L’autismo, come riconoscerlo?

L'autismo.

L’autismo: sintomi e soluzioni

TRATTO DAL 2° CONVEGNO NAZIONALE SIBE, SOCIETÀ ITALIANA BIOFISICA ELETTRODINAMICA, 2007

Crescentini F (L’Aquila)

L’autismo è una sindrome multigenica la cui espressione è differente a seconda del livello di coinvolgimento di alcune strutture del SNC.

La patogenesi non è del tutto conosciuta e la terapia medica non si è dimostrata completamente efficace.

Dietro la spinta delle famiglie dei bambini autistici di Lomazzo, Milano e Napoli, è stata testata la ionorisonanza ciclotronica come supporto terapeutico alle molte altre terapie che i piccoli pazienti già effettuavano.

Cos’è l’autismo:

Materiali e metodi

E’ stata usata la terapia SEQEX® con programmazione automatica e manuale.

Dopo un test in autoapprendimento sono stati documentati i campi di disturbo principali.

In base alla risultanza, in termini di frequenze e di intensità (finestre bioelettromagnetiche), sono state programmate le schede magnetiche terapeutiche manualmente.

La terapia è stata somministrata nel modo seguente:

I criteri diagnostici e terapeutici sono stati impostati secondo la ICD-10 (International Classification of Desease), DSM IV 1994.

I bambini trattati sono stati 8, 5 maschi e 3 femmine di età compresa fra i 4 e i 12 anni.

Tutti presentavano un disordine comportamentale caratterizzato da:

L’esordio dell’autismo era avvenuto antro i 3 anni di età.

7 volte su 8 la patologia era insorta dopo vaccinazioni.

Tutti presentavano disturbi intestinali e parassitosi. 7 su 8 presentavano auto-aggressività e aggressività verso i compagni di scuola e verso i familiari.

In sostanza era un gruppo rappresentativo di 19 bambini con autismo conclamato. Tutti i bambini erano già in terapia da anni con farmaci allopatici e omotossicologici.

Dallo studio sono stati eliminati alcuni bambini che erano cerebrolesi (microcefalici, mitocondriopatici ecc.)

Risultati

Entro le prime 5 sedute, i bambini avevano avuto un’accentuazione delle stereotipie, una iperstimolazione intestinale con eliminazione di quantità enormi di parassiti e molti genitori riferivano di trovare nelle feci degli elementi che sembravano “foglie colorate”.

Tutti i bambini producevano feci e urine di colore più scuro e molto maleodoranti.

Quasi tutti però sembravano dimostrare più attenzione e cominciavano ad interessarsi all’ambiente circostante.

Entro le 10 sedute – quindi in un tempo di 40 giorni – con la riprogrammazione della scheda terapeutica, i bambini cambiavano sostanzialmente il rapporto con i genitori e con i fratelli, a scuola le maestre dicevano di non riconoscerli più.

I fisioterapisti, i logopedisti e i medici che li tenevano in cura per la riabilitazione psico-linguistica trovavano molti cambiamenti.

3 su 8 avevano cominciato a relazionare con i compagni di scuola e, per esempio, andare al bagno da soli.

Le stereotipie si erano attenuate e dimostravano interesse per i giochi diversi da quelli che in qualche modo rappresentavano i giochi che all’inizio facevano in modo ossessivo.

Tutti i bambini avevano quasi cessato la contrapposizione ai genitori ed eseguivano gli ordini con poca o nessuna difficoltà.

Era importante ascoltare le mamme che raccontavano i miglioramenti ottenuti con frasi del tipo: – Ora mio figlio è un bambino, prima non sapevo cosa fosse – oppure, – mio figlio si è svegliato, ora comincia a prendere i contatti con il mondo- ecc.

La sorpresa maggiore però, è legata ad una serie di eventi contemporanei:

3 bambini hanno programmato la terapia per l’autismo contemporaneamente.

Tutti avevano avuto un blocco del linguaggio completo da almeno 3-4 anni.

Tutti hanno cominciato la terapia contemporaneamente in quanto ospiti di un centro di riabilitazione foniatrica in cui era presente la macchina per terapia SEQEX®.

3 su 3 hanno cominciato a parlare esprimendo qualche parola contemporaneamente nella stessa giornata dopo un numero identico di sedute.

Di questi, 2 hanno cominciato a costruire delle frasi nelle sedute successive.

3 su 3 hanno diminuito sostanzialmente le stereotipie e hanno cambiato completamente l’assetto relazionale.

Al controllo dopo un mese io stesso facevo fatica a riconoscerli, basti pensare che sono stati tranquilli sulla stuoia magnetica per quasi 20 minuti ed ho potuto riprogrammare la scheda senza problemi.

Uno dei tre aveva cominciato a giocare da qualche tempo con la sorella minore con grande felicità della medesima che si sentiva finalmente parte di una relazione fraterna.

Se teniamo conto dei parametri diagnostici dettati dall’ICD-10 e dal DSM-IV possiamo notare un’inversione del trend dell’autismo.

Se impostiamo un calcolo delle probabilità riguardo ai 3 casi ultimi, si può dire che esiste meno di 1 probabilità su 10000, che questi eventi si verifichino con la stessa modalità e negli stessi tempi.

Il fattore tempo diventa una variabile fondamentale della valutazione.

L’applicazione del calcolo delle probabilità, da un punto di vista statistico, rappresenta un sistema di valutazione molto più etico, dello studio double blind che si applica costantemente.

Conclusioni

L’obiettivo terapeutico era:

Queste funzioni sono state inserite sulle schede terapeutiche in modo progressivo e secondo un criterio gerarchico di funzione biologica e individualizzato caso per caso in relazione ai sintomi ed ai criteri patognomonici.

Non è possibile produrre una scheda terapeutica standard così come sarebbe impossibile somministrare una terapia farmacologia uguale per tutti i casi.

Facendo riferimento ai parametri diagnostici dettati dall’ICD-10 e dal DSM-IV sottoelencati segnaleremo con un simbolo ◙ i target raggiunti sui quali si sono evidenziati i miglioramenti più evidenti:

Criteri per il DSM-4 per l’autismo

A. Un totale di almeno 6 items per i punti (1) (2) (3).

In particolare almeno 2 dal punto (1) e 1 ciascuno dai punti (2) e (3).

1. Compromissione qualitativa nell’interazione sociale

2. Compromissione qualitativa nella comunicazione

3. Repertorio ristretto e stereotipato di comportamenti, interessi e attività

Dato il trend d’incremento dell’autismo negli ultimi anni, ritengo che sia utile proseguire con un’equipe multidisciplinare, gli studi sull’applicazione della ionorisonanza ciclotronica in questa malattia.

Tale terapia, come si è potuto dimostrare, seppur con un numero limitato di casi seguiti per circa 6 mesi, produce un’inversione della tendenza peggiorativa della malattia stessa e migliora la possibilità di riattivare il linguaggio, di relazionarsi con l’esterno, e può rendere il futuro di questi bambini più accettabile.

 

 

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