Il decorso post operatorio negli interventi implantoprotesici
Tratto dal 2° convegno nazionale SIBE, Società Italiana Biofisica Elettrodinamica, 2007
dr. Corigliano M., dr. Cammarata L., dr. Mantarro M. (Roma)
Premessa
Lo sviluppo tecnologico e delle metodiche strumentali avanzate, sono da molti anni al servizio della terapia medica.
Ad esempio la terapia magnetoelettrica è largamente utilizzata come supporto nelle terapie ortopediche e traumatologiche.
Inoltre la terapia magnetoelettrica (TME) viene utilizzata con successo nelle patologie sistemiche, come l’artrite reumatoide, l’osteoporosi ecc. con apparati total body.
Gli ortopedici infatti utilizzano i campi magnetici per un migliore e più rapido consolidamento post operatorio delle strutture ossee,
ed i reumatologi utilizzano la Terapia Magneto Elettrica allo scopo di contrastare gli stati infiammatori e gli stati algici.
Valutando gli esiti positivi generali delle suddette terapie, abbiamo voluto verificare se la TME funziona altrettanto bene anche in chirurgia odontoiatrica ed in implantoprotesi.
Con questo lavoro gli autori hanno voluto verificare ed evidenziare l’efficacia del trattamento in pazienti odontoiatrici sottoposti ad interventi chirurgici di tipo impiantare.
I pazienti, nel decorso post operatorio, hanno effettuato due applicazioni quotidiane per 30 minuti per un periodo di 45 giorni.
I risultati hanno evidenziato un notevole aumento della mineralizzazione delle zone sottoposte a terapia chirurgica e una sintomatologia algica significativamente minore rispetto alla norma.
Introduzione
E’ ormai acquisito dalla medicina moderna la conoscenza dell’efficacia diagnostica (RX, TC, RMN, PET, SPECT, Ecografia, Laser, Doppler etc…)
e terapeutica di numerose patologie mediante l’uso di tecnologie che utilizzano mezzi fisici (Laser, TME , Seqex, Ultrasuoni ecc.).
La medicina sia generale che specialistica infatti, ricorre quotidianamente a questi strumenti essenziali nello svolgimento della disciplina di competenza.
Ad esempio, in ortopedia, sono molteplici i documenti bibliografici di vari ricercatori che ricorrono alla Terapia Magneto Elettrica (TME) come ausilio nei casi complessi e di difficile risoluzione,
per intervenire sulla fase di consolidamento post operatorio della porzione di osso in riparazione,
dando una spinta positiva al lavorio istogenetico e puntando non solo alla guarigione, ma anche ad un miglioramento della calcificazione.
Tale miglioramento avviene sia per quanto riguarda la quota calcica, sia in riferimento alla modalità di deposizione del calcio.
Esso infatti non deve più fare affidamento solo sulla fisiologia della calcificazione, ovvero alle quote ormonali che intervengono su questo meccanismo, ma fa i conti con una nuova forma di energia che agisce anche sull’orientamento polare delle cellule.
Esiste cioè un potenziamento del comportamento positivo delle membrane cellulari e del loro sistema di comunicazione con la componente protoplasmatica che, in quel caso è dedita al lavoro rigenerativo.
Effetti della TME
Se teniamo conto anche della situazione vascolare e della mobilitazione cellulare postraumatica, possiamo dire che gli effetti della TME sono i seguenti:
- miglioramento del drenaggio delle sostanze tossiche;
- potenziamento della respirazione cellulare a favore di fenomeni ossidoriduttivi;
- grande effetto antinfiammatorio.
Anche in chirurgia orale ed in implantoprotesi operiamo quotidianamente procedure che stimolano l’aumento e la mineralizzazione dell’osso
con la necessità di aumentare la predicibilità del contatto tra superficie implantare ed osso neoformato, ovvero tra innesto e sito ricevente, ovvero tra parti ossee fratturate sia per motivi chirurgici post operatori sia per cause accidentali.
Ecco perché ci è sembrato naturale estendere l’uso della TME anche a questa disciplina chirurgica che sta fornendo risultati sorprendenti, ma che a nostro modo di vedere apre il campo ad una nuova frontiera della sperimentazione.
Scopo del lavoro
Una corretta riparazione ossea post-operatoria è essenziale per una fissazione clinicamente riuscita delle protesi radicolari.
La ROP (Riparazione Ossea Primaria) già descritta da Schenk, Rinelander, Milner e McKibbin è in effetti il meccanismo con cui un segmento traumatizzato viene riparato secondo le modalità fisiologiche, quindi in sei settimane (42 giorni).
L’uso dei mezzi fisici quali Campi magnetoelettrici, Laser Chirurgici di potenza e Low Level Laser, accelera e migliora la guarigione delle fratture ossee e dei tessuti molli.
Inoltre, nei casi in cui la struttura ossea presenti problemi sia di quantità che di qualità del tessuto, i mezzi fisici, e in particolare i Campi Magnetoelettrici, possono aiutare la riparazione ossea, aumentando la velocità di sedimentazione degli ioni calcio nell’idrossiapatite.
Gli Autori si riservano di completare il lavoro con una serie di esperienze effettuate con l’ausilio dei Laser chirurgici a diodi e del Low Level Laser allo scopo di dimostrare l’assoluta efficacia delle metodiche,
alla ricerca di una migliore e più veloce guarigione delle ferite in genere, nonché una migliore “compliance” per il paziente che è e deve rimanere l’Unico vero scopo di tutte le ricerche scientifiche.
Materiali e metodi
Sono stati selezionati 15 pazienti ambulatoriali di entrambi i sessi, di età compresa tra i 30 e i 75 anni in condizioni di salute generale buone.
Tutti pazienti presentavano una evidente atrofia dei mascellari e necessitavano di terapia ricostruttiva.
In tali pazienti, a scopo protesico, sono state applicate, contestualmente alla terapia rigenerativa (GBR), dallo stesso operatore delle protesi radicolari (fixtures) sia nel mascellare superiore sia nella mandibola.
I dispositivi utilizzati sono radici proteiche osteoconnesse a Riparazione Ossea Primaria (ROP) (TMI, Pressing-Dental RSM).
Tutti i pazienti hanno compilato l’anamnesi, il consenso informato, e hanno effettuato esami strumentali e radiologici preoperatori al fine di realizzare il piano di trattamento più idoneo ai pazienti.
Tutti i pazienti sono stati premedicati con antibiotici a base di Amoxicillina e acido Clavulanico da 1 g da 12 ore prima dell’intervento.
Una settimana prima dell’intervento abbiamo iniziato la preparazione iniziale professionale.
Nel post-operatorio
ai pazienti è stata somministrata vit. D3 e calcio carbonato,
unitamente ad una regolare irradiazione UV associata alla terapia magneto-elettrica realizzata con Apparecchiatura Biomedica Service Mod. ME OD applicando due solenoidi, appositamente realizzati, tramite legatura elastica a livello delle guance.
Per il protocollo dell’applicazione magnetoterapica vedi tabella sottostante.
Pazienti |
Giorni |
Intensità |
Tipo di segnale |
Tempo di applicazione |
15 |
45 |
50 |
C100 A |
30 minuti 30 minuti |
Sintomi post-operatori
Abbiamo valutato i sintomi post-operatori sulla base di due controlli a distanza di 7 e a distanza di 30 giorni, con una scala di valori basata su sintomatologia riferita dai pazienti e da loro riportata in un apposito questionario:
- sintomatologia assente;
- modesta senza edema rilevante;
- modesta con edema rilevante;
- forte senza edema rilevante;
- forte con edema rilevante.
Dopo il ciclo con la TME tutti pazienti hanno effettuato controllo radiologico con OPG e TAC Dentascan.
Inoltre per verificare lo stato di mineralizzazione post-operatorio del tessuto osseo neoformato nelle zone rigenerate i pazienti hanno effettuato anche RMN dei mascellari.
Dopo un tempo di riparazione ossea di 60 giorni i pazienti sono stati sottoposti a carico protesico occlusale terapeutico.
Risultati
I soggetti sottoposti a terapia magneto-elettrica hanno mostrato una riduzione, al di sotto dei tre mesi, dei tempi di guarigione ed un aumento del livello di mineralizzazione delle zone operate.
La sintomatologia algica post operatoria si riduce notevolmente, come pure l’edema della zona trattata.
Tale risultato mostra l’efficacia dell’uso dei Campi Magnetoelettrici nella riduzione dei sintomi post-operatori, nonché la perfetta connessione delle fixtures.
I lembi della ferita hanno evidenziato una capacità di guarigione e accollamento più rapida rispetto alle guarigioni convenzionali.
Nessun impianto è andato perso.
Sempre nel periodo di osservazione, i pazienti hanno tutti mostrato risultati clinici estremamente positivi:
- stabilità degli impianti,
- assenza di dolore spontaneo o provocato (pressione),
- mancanza di sondaggio patologico
- inesistenza di segni radiografici negativi.
Conclusioni
I risultati clinici, riscontrati in questo studio indicano che la TME, o Terapia Magnetoelettrica, “è un fattore essenziale dello sviluppo dell’osteoneogenesi delle zone atrofiche ricostruite a scopo protesico ed impiantate con protesi radicolari a ROP.
La capacità della TME di indurre una marcata ed ordinata deposizione di sali di calcio, unita all’angiogenesi locale, favorisce un aumento del metabolismo dell’osso neoformato
che, in tempi notevolmente ridotti, si ricostruisce secondo i parametri naturali accorciando notevolmente i tempi di terapia complessivi.
L’applicazione immediata della TME su questi pazienti determina, per effetti delle forze di Lorentz, una iperemia con aumento dei fattori di crescita presenti in grande quantità nel plasma.
Questo consente un’ immediata risposta dei tessuti traumatizzati alla guarigione secondo modalità fisiologiche.
L’applicazione della TME, quindi, è consigliabile in tutti i casi di atrofia ossea in cui necessita una notevole stimolazione tissutale.
Valutando a circa un terzo il tempo di riparazione o di neoformazione ossea, unitamente ad una notevole mineralizzazione strutturale del segmento sottoposto a trattamento,
possiamo dire che la TME andrebbe sempre associata alle tecniche di GBR, soprattutto nel trattamento post-operatorio.
E’ fondamentale ricordare che la TME per le sue caratteristiche stimolanti e rigenerative va associata alla tecnica implantopresica a Riparazione Ossea Primaria (ROP).
Per questo motivo abbiamo utilizzato per questo lavoro delle protesi radicolari TMI.
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