L’inquinamento delle acque è un tema sempre più di attualità.
Le Nazioni unite, attraverso
- l’Organizzazione Mondiale della Sanità,
- il Parlamento europeo
- e l’Agenzia tedesca per l’Ambiente
sono concordi nel denunciare il grave pericolo di contaminazione delle acque e di tutto l’ambiente, a causa dei farmaci per uso umano e veterinario e delle droghe.
Il problema è aggravato dall’accumulo, nel tempo, di tali sostanze; una volta entrate nell’ambiente, infatti, hanno una durata molto prolungata.
I trattamenti delle acque reflue non sono in grado di abbattere in modo significativo questa forma di inquinamento.
Cito dall’articolo:
“Negli ultimi trent’anni, la produzione di farmaci è passata da 63 a 217,5 miliardi di euro
e oggi sul mercato sono presenti oltre 3.000 principi attivi farmaceutici che, una volta assunti, devono essere smaltiti. “
Cito ancora:
“In tutta l’Unione europea sono stati individuati residui di farmaci nelle acque superficiali e sotterranee, nei suoli e nei tessuti animali,
in concentrazioni che dipendono dal farmaco, dalla natura e dalla prossimità delle fonti: in totale, secondo un rapporto dell’Umweltbundesamt, l’agenzia per l’ambiente tedesca, in Europa hanno ritrovato nell’ambiente 596 farmaci.”
Ancora, un altro argomento che avevo già trattato: l’effetto cocktail.
“Oltre ai pesci che subiscono cambiamenti ormonali, diversi studi hanno evidenziato lo stesso problema per quelli che sono stati esposti al principio attivo dei contraccettivi,
mentre quelli esposti a basse concentrazioni di antidepressivi hanno cambiato comportamento e sono a rischio sopravvivenza.
Poi c’è l’effetto cocktail: se i medici suggeriscono ai loro pazienti di non mischiare per esempio ibuprofene e betabloccanti, i pesci che se li ritrovano nell’acqua non possono evitarli”
Si tratta, in poche parole, di una forma di inquinamento ormai largamente diffusa nelle acque e nel suolo, e contro la quale i rimedi che si possono applicare sono molto costosi e scarsamente efficaci.
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