Inquinamento: cosa fare?
Un numero crescente di fonti scientifiche autorevoli dichiarano preoccupazione a riguardo dell’inquinamento delle acque potabili.
Una delle più recenti è l’EEA, agenzia ambientale europea. Cito:
“Secondo il rapporto “Chemicals in European waters” dell’European environment agency (Eea)
«Nonostante i successi nell’affrontare alcune delle sostanze chimiche più pericolose,
è necessaria maggiore attenzione per affrontare il pericolo rappresentato dall’effetto cocktail delle concentrazioni più basse di sostanze chimiche nei laghi, fiumi e altri corpi idrici superficiali europei».”
Cito ancora:
“Il rapporto Eea punta a migliorare la comprensione di quali sostanze chimiche continuano a comportare rischi significativi per l’ambiente,
soprattutto quando sono presenti nell’acqua, e analizza anche come una migliore conoscenza e comprensione può aiutare a migliorare i controlli per ridurre al minimo i danni.”
Già; proprio qui sta il punto della situazione.
In realtà noi oggi non sappiamo nemmeno quante e quali sostanze inquinanti andare a ricercare, analizzando un campione di acqua…
E nemmeno sappiamo niente a proposito dell’effetto cocktail.
E cioè dei danni provocati dall’insieme di diverse sostanze presenti nell’acqua, che magari considerate singolarmente hanno una bassa concentrazione.
Ma il peggio è che nessuno ha la più pallida idea di come fare ad acquisire tali conoscenze.
L’unico modo sembrerebbe quello statistico: data una certa popolazione esposta ad un rischio, si può monitorare l’incidenza di malattie, tumori e mortalità.
Ma tale sistema lascia parecchio a desiderare.
In primo luogo perché non previene nulla, ma lascia che l’inquinamento eserciti la sua azione deleteria proprio al fine di monitorarla…
Si accettano i morti per il macabro gusto di contarli…
In secondo luogo perché comunque, una volta accertato il rischio, non fornisce alcuna soluzione utile.
Infatti è semplicemente impossibile andare a rimuovere le quantità ingenti di sostanze chimiche riversate nell’ambiente, nel terreno, nelle falde acquifere…
E quindi, una volta accettati i morti per i fini statistici, si accetteranno anche quelli che seguiranno.
Una soluzione che non risolve nulla.
Cito ancora:
“All’Eea sottolineano che «I prodotti chimici sono una parte essenziale della nostra vita quotidiana e quotidianamente ne vengono utilizzati migliaia.
Tuttavia, alcune sostanze chimiche presentano rischi per le piante e gli animali che vivono nell’acqua, per gli animali che li mangiano e per gli esseri umani.
I prodotti chimici possono arrivare nelle acque superficiali possono in modi diversi.
Possono essere stati rilasciati in aria, tornando più tardi sulla superficie terrestre in caso di pioggia o come polvere.
Possono anche essere scaricati direttamente in acqua dall’industrie o dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane o utilizzati in agricoltura.
I rischi rappresentati da alcune sostanze chimiche, come metalli e inquinanti organici persistenti come l’antiparassitario lindano, sono riconosciuti da decenni.
Tuttavia, vengono continuamente identificati nuovi rischi rappresentati da altre sostanze chimiche, come alcuni pesticidi o farmaci, da soli o in combinazione».”
Come volevasi dimostrare, “vengono continuamente identificati nuovi rischi”; come dire che, allo stato attuale, non ne sappiamo un granché.
Cito ancora:
“L’Eea spiega che «Nell’ambiente, le sostanze chimiche che penetrano nelle acque superficiali possono mescolarsi con sali minerali naturali e composti organici, nonché con sostanze nutritive provenienti da acque reflue, scarichi agricoli e altre acque di scarico.
Le sostanze chimiche che raggiungono l’acqua dalle emissioni atmosferiche si aggiungono al mix».
Il rapporto rileva che «Il rilevamento di diverse centinaia di sostanze chimiche organiche a basse concentrazioni in un singolo campione di acqua dolce è comune e il livello di rischio che ciò potrebbe presentare non è sufficientemente compreso».”
Non mi sembra il caso di commentare…
In sintesi, il punto della situazione è che l’inquinamento ormai è dappertutto.
Nessuno può ritenersi al riparo dai rischi correlati.
E le aziende acquedottistiche, che giurano e spergiurano che le loro acque sono sicure e controllate…?
A voi il giudizio…
Ma la verità è una soltanto: se volete salvaguardare la vostra salute, e quella dei vostri cari, non potete affidarvi al caso o alla buona fortuna…
Oggi è assolutamente indispensabile provvedere a depurare efficacemente l’acqua che usiamo per usi alimentari. Quindi per bere e per cucinare.
E l’acqua in bottiglia?
L’acqua in bottiglia, oltre ad avere un costo elevato e a essere imbottigliata in PET – altro grave problema ecologico – , in realtà… Da dove proviene…? Forse dalla Luna…?
No di certo. Proviene dallo stesso ecosistema inquinato che abbiamo visto finora. E quindi rappresenta solo in apparenza una soluzione.
Citazioni tratte dall’articolo
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