La pressione oculare in pazienti glaucomatosi.

Studio della pressione oculare

La pressione oculare in pazienti in terapia farmacologica.

TRATTO DAL 3° CONVEGNO NAZIONALE SIBE, SOCIETÀ ITALIANA BIOFISICA ELETTRODINAMICA, 2010

dr. Pierdomenico d’Andrea, dr.ssa Luigia Maurizio, dr. Lucio Lobefalo, dr. Angelo di Iorio, dr. Francesco Crescentini.

Studi effettuati presso:

UROS Bioelectromagnetics, Monterotondo, Roma

Studio Oculistico D’Andrea P. Viale G. Bovio, 321 – Pescara, Italia.

Dept. Ophthalmology Univ. of Chieti, Dir. Prof. P. E. Gallenga

Dept of Geriatrics, Univ. of Chieti, Dir. Prof. A. Abate

 

Numerosi lavori scientifici hanno dimostrato l’efficacia dell’utilizzo dei campi magnetoelettrici combinati (CMF)

nel trattamento di alcune condizioni morbose.

In questo studio, gli autori si prefiggono di verificare la possibilità di indurre una riduzione della pressione oculare in soggetti affetti da ipertensione oculare,

con angolo aperto, in trattamento farmacologico, utilizzando una sequenza di codici magneto-elettrici.

Per lo studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, condotto secondo i dettami della convenzione di Helsinki,

sono stati reclutati 20 pazienti affetti da ipertensione oculare o glaucoma cronico semplice in trattamento farmacologico

e suddivisi in due gruppi omogenei per sesso, età e morfologia dell’angolo camerulare.

Uno dei due gruppi, di 10 pazienti, ha effettuato una serie di 10 sedute, distribuite nell’arco di un mese, per 12’ cadauna, davanti ad un generatore di campo magnetico spento.

L’altro, di 10 pazienti, ha effettuato un ciclo di 10 sedute, distribuite nell’arco di un mese,

consistenti nell’esposizione per 12’ ad una sequenza di codici magnetoelettrici, ricavati dalla bibliografia internazionale ed adattati all’emettitore CMF-OPHT Seqex®inside.

Tale strumento di studio per questa sperimentazione è stato già ampiamente applicato nella sua concezione fisica e tecnologica ad una serie di patologie sistemiche e locali.

La pressione oculare è stata controllata

mediante tonometria ad applanazione secondo Goldman, da un unico operatore,

utilizzando cinque misurazioni effettuate nel corso di una giornata (profilo tonometrico diurno) prima di iniziare il ciclo terapeutico, a 30 giorni e a 180 giorni dal termine dei trattamenti.

Nel gruppo dei pazienti trattati si è verificata una significativa riduzione della pressione oculare rispetto ai controlli (p<0.001) a 30 giorni dal trattamento.

Gli effetti a più lungo termine (sei mesi) sono meno evidenti.

A sei mesi sono state evidenziate variazioni meno significative rispetto al primo controllo (p<0.03), ma comunque suggestive del perdurare dell’effetto dei CMF.

Le analisi statistiche sono state effettuate con il pacchetto statistico SAS 9.2.

 

pressione oculare

Questo lavoro tende a dimostrare come sia possibile intervenire sulla pressione oculare

  • modificando il flusso forzato idrico cellulare,
  • attivando la citoprotezione attraverso l’incremento dell’espressione genica delle hsp
  • ed aumentando la resistenza cellulare all’ipossia.

Abbiamo ottenuto tale risultato con l’utilizzo di campi magnetici ultradeboli complessi nel range di frequenza da 1 a 80Hz e di intensità da 1 a 100μT, emessi con concentratore emettitore di campo radiale.

I risultati ottenuti aprono una porta all’applicazione dei CMF per il controllo della pressione oculare

Introduzione

La pressione oculare è determinata dalla relazione

Pio = F – V / C + Pv

ove

F = Flusso di umore acqueo prodotto in microlitri/min

Pio = Pressione endoculare in mmHg

Pv = Pressione venosa episclerale in mmHg

C = Facilità di deflusso in microlitri/min mmHg

V = Deflusso uveosclerale

(Becker e Neufeld, 2004)

In questa relazione è enfatizzato il ruolo del gradiente pressorio nel deflusso dell’umor acqueo.

La letteratura più recente ha documentato il ruolo di alcune proteine trans-membrana come le acquaporine 1-4 e alcune proteine come le heat shock proteins (chaperoni molecolari), nella fattispecie le hsp70-90,

per la regolazione delle attività metaboliche a livello oculare e verosimilmente a livello trabecolare.

Le acquaporine giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio del flusso idrico e protonico.

Le hsp sono deputate alla ristrutturazione conformazionale dei polipeptidi proteici danneggiati da fattori termici, pressori, chimici e fisici.

nel deflusso umorale dalla camera dell’occhio sono in causa fattori biochimici che determinano un trasporto attivo di acqua attraverso le membrane cellulari.

Le acquaporine sono deputate al flusso forzato.

Nell’occhio hanno un peso determinante le acquaporine 1,4 (AQP1,4);

La modulazione funzionale attraverso la modificazione della struttura secondaria delle AQP avviene per effetto dell’accoppiamento elettroconformazionale provocato dai CMF.

Il terzo elemento studiato è il Ca ++ intracellulare (T. Matsumo, N. Matsumo; 1996). Esso è corresponsabile della pressione oculare.

A. Liboff ha potuto dimostrare come i CMF attivino lo ione calcio attraverso l’effetto di ionorisonanza

che produce una vibrazione forzata dello ione rendendolo bioattivo come secondo e terzo messaggero.

Si può concludere dicendo che i gradienti pressori non sono i soli responsabili del deflusso dell’umor acqueo dalle camere oculari insieme ai gradienti osmotici,

ma vi è un flusso forzato idrico e protonico dato dalle AQP 1,4 in un equilibrio garantito fra l’altro dai canali ionici.

La modificazione del flusso protonico è un segnale determinante di riparazione/rigenerazione cellulare (sensing).

In conclusione,

i fattori che influenzano il drenaggio dell’umor acqueo sono:

  • GRADIENTI PRESSORI (Gandolfi S. et al, 2005)
  • GRADIENTI OSMOTICI (legati alla matrice extracellulare del connettivo trabecolare) (L. Quaranta, F. Rovida, 2005)
  • Ca ++ INTRACELLULARE (T. Matsuo, N. Matsuo, 1996)
  • FLUSSO FORZATO IDRICO e PROTONICO, trasporto attivo attraverso le membrane (proteine trans-membrana AQP 1,4) (W. D. Stamer, R. W. Snyder, B. L. Smith, P. Agre and J. W. Regan)
  • INCREMENTO DELL’ESPRESSIONE GENICA delle Hsp 70 (heat shock proteins). (K. Tosaka , Y. Mashima, T. Funayama, Y. Ohtake, 2007)

 

La farmacologia per il glaucoma, finora, ha prodotto una serie di molecole in grado

  • di inibire la secrezione dell’umor acqueo a livello ciliare (ß-bloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica, prostaglandine, prostanoidi),
  • o di migliorare il coefficiente di deflusso con azione meccanica (miotici) o mediante la facilitazione del deflusso uveosclerale (prostaglandine, prostamidi),

ma

non si conoscono farmaci

il cui meccanismo d’azione vada a supplire o interferire con l’attività metabolica delle proteine che regolano il trasporto attivo di acqua a livello delle vie anatomiche di produzione/deflusso.

La chirurgia si propone di facilitare il deflusso umorale creando una stomia tra camera anteriore e spazio sottocongiuntivale.

La terapia parachirurgica determina un facilitato deflusso con meccanismi diversi (ALT effetto similmiotico, SLT toelette fotoablativa dalle maglie del trabecolato).

In questo lavoro si vuole verificare la possibilità di indurre modifiche biomolecolari

per ottenere variazioni funzionali mediante i Campi Magnetoelettrici complessi.

Scopo del lavoro

Mentre esiste ampia letteratura scientifica sull’effetto dei mezzi fisici per ridurre la pressione oculare (oculopressione, pneumotrabeculoplastica e dei vari laser nel determinare variazioni della pressione oculare),

non esistono molti dati sul ruolo delle terapie magnetoelettriche a tal proposito.

Si è voluto, in questo studio, verificare se

  • i CMF (Complex Magnetic Fields) possano indurre variazioni della pressione oculare,
  • la variazione sia in relazione alla specificità del segnale inviato,
  • la durata dell’effetto della singola esposizione e dopo reiterate induzioni,
  • nonché la tollerabilità e la sicurezza del trattamento.

Razionale

Al fine di verificare se i CMF possano indurre variazioni della IOP, agendo sui meccanismi biofisico-chimici cellulari, è stata impostata una sequenza di 9 codici in grado di ottenere, tra gli altri, i seguenti effetti:

  • Attivazione del Ca i ++ come secondo e terzo messaggero (molecola segnale), mediante effetto di Ionorisonanza Ciclotronica.
  • Modificazione temporanea della struttura secondaria delle α-eliche transmembrana attraverso l’accoppiamento elettroconformazionale.
  • Modulazione delle pompe ioniche e protoniche.
  • Modulazione dell’espressione genica delle HSP.
  • Resistenza all’ipossia cellulare.

Materiali e metodi

I presupposti che ci hanno indotto a tale sperimentazione in vivo sono innanzitutto

  • l’assenza di effetti collaterali documentati,
  • la non-invasività, e
  • i risultati precedentemente ottenuti sulla maculopatia diabetica e sul cheratocono pubblicati su Electromagnetic Biology and Medicine nel 2007 e sugli atti del Convegno SIBE 2007.

Lo studio, randomizzato, controllato, in doppio cieco, è stato condotto secondo i dettami della convenzione di Helsinki.

I pazienti, dopo essere stati esaurientemente informati dei rischi, dei benefici e delle possibili alternative a questo tipo di trattamento ed aver rilasciato il loro consenso informato, sono stati suddivisi in due gruppi:

  • gruppo A (trattati), 10 pazienti,
  • gruppo B (controlli), 10 pazienti,

equamente distribuiti tra i due sessi, tutti di razza bianca, età media di 62.8 ± 9.4 nei trattati e 61.8 ± 10.4 nei controlli (p = 0.49), con i seguenti criteri di inclusione:

  • Angolo aperto
  • Ipertensione oculare in trattamento farmacologico da almeno un anno
  • IOP massima 22 mmHg

Criteri di esclusione:

  • Diabete
  • Pseudoexfoliatio
  • Dispersione pigmentaria
  • Pseudofachia

Prima di iniziare i trattamenti è stato effettuato un profilo tonometrico (cinque misurazioni, applanazione secondo Goldman da un solo osservatore, sempre con lo stesso strumento), ogni due ore dalle 8.00 alle 16.00.

I pazienti sono stati sottoposti ad un ciclo di stimolazioni così distribuite:

due sedute alla settimana per 3 settimane, una seduta alla settimana per altre quattro settimane.

Il gruppo di controllo è stato posto per lo stesso numero di sedute di fronte all’apparecchio spento.

Il primo gruppo è stato sottoposto ad induzione magneto-elettrica mediante apparecchiatura CMF-OPHTH,

emettitore di campo magnetico combinato a bassa frequenza,

munito di concentratore-amplificatore, atto a produrre un campo magnetico pulsato a bassa frequenza con direzione parallela all’asse visivo, a distanza di circa quattro centimetri dall’apice corneale.

I CMF (Complex Magnetic Field), impiegati in questo studio sono atermici, non coerenti, nel campo degli ELF-PEMF, aventi le seguenti caratteristiche:

  • La frequenza da 1 a 80Hz
  • Intensità da 1 a 100μT
  • Incrementatore/concentratore di campo radiale, in grado di stimolare i tessuti oculari.
  • Pattern sequenziali in 9 codici multifrequenziali modulanti un’armonica ad alta frequenza.

Dopo 30 giorni dalla fine del trattamento è stato ripetuto il profilo tonometrico diurno di controllo (con le stesse modalità dallo stesso osservatore, non a conoscenza dei pazienti trattati e non trattati).

Solo ai pazienti del gruppo dei trattati è stato effettuato un ulteriore profilo tonometrico diurno a 180 giorni dalla fine del trattamento.

Nel periodo del follow-up non è stata modificata la terapia farmacologica.

Meccanismo d’azione dei CMF

Molti autori  in letteratura scientifica hanno studiato il meccanismo d’azione dei CMF.

È stato dimostrato chiaramente da Ludwig mediante l’analisi di Fourier [Ludwig, 1993] che i segnali ultradeboli vengono riconosciuti con facilità rispetto al rumore di fondo (Johnson noise) se essi presentano un “pattern”.

I segnali che l’organismo riesce a riconoscere tra una molteplicità di segnali interferenti sono altamente complessi, cioè sono composti da diverse bande di frequenza.

Le sensibilità osservate in tali processi biologici di modulazione magneto-elettriche sono dell’ordine di 10 -7 V/cm nello spettro ELF (extreme low frequency).

A questo proposito sono state identificate delle finestre biologiche [Adey W.R.1988] attraverso le quali il segnale diventa efficace sui processi biologici.

Risultati

Analisi statistica.

Le caratteristiche di baseline sono state comparate tra trattamenti, mentre si sono usate analisi di variazione per variabili continue e le χ2 test per dicotomie o variabili categoriche.

Le aree di p-valore riportate aggiustate per età e sesso, usando rispettivamente modelli di regressione lineari e logistici.

Le differenze nel profilo di pressione negli occhi al baseline ed al follow-up tra trattamenti, sono state esaminate con il Mixed models analysis di covarianza.

È stato considerato un modello a due livelli di effetti,

all’interno di una gerarchia organizzativa in cui i fattori specificati erano soggetti ed occhi analizzati.

Il vantaggio di questo approccio è che aumenta la precisione della stima usando tutte le informazioni disponibili riguardo a profilo di pressione e, alla stessa durata, lascia spazio per occuparsi dei dati mancanti.

Ogni analisi è stata eseguita utilizzando pacco statistico SAS.

For trend p <0.001

Andamento della pressione oculare nel tempo

Figura 1: Differenze nella media di 5 ripetute misurazioni della pressione oculare (mmHg) relativamente ai trattamenti e ai tempi dello studio.

Abbiamo aggiustato la comparazione fra trattamenti e tempi dello studio con la correzione di Bonferroni; (p<0.001) Il trend del valore di p è stato aggiustato per età e sesso.

Nella figura 1 abbiamo riportato la pressione media di 5 occhi in relazione ai trattamenti ed ai tempi dello studio.

Il Gruppo 1 (trattati) ha dimostrato una pressione media più bassa statisticamente significativa (p<0.001),

anche dopo aggiustamento per età e sesso.

Il gruppo dei trattati, dopo un mese, dimostrava un profilo pressorio medio più basso rispetto al baseline (p<0.001).

Soprattutto dovrebbe essere apprezzata la differenza statisticamente significativa considerando trattamenti e tempi dello studio, indipendentemente dall’età a dal sesso.

Pressione oculare nel tempo

Figura 2: La media della pressione oculare (mmHg) in accordo con i 5 tempi del protocollo, gruppo trattati v/s baseline (colonna bianca) il follow-up 1 (colonna rigata) e il follow-up 2 (colonna nera).

La pressione oculare media è statisticamente significativa (dopo correzione di Bonferroni per comparazioni multiple) solo tra il baseline e il follow-up 1 in tutte le misurazioni del profilo pressorio.

Nella figura 2 abbiamo riportato la media di 5 misurazioni ripetute della pressione oculare solo nei trattamenti attivi al baseline e nel follow-up 1 e follow-up 2.

Il profilo pressorio nei tre tempi dello studio dimostra una progressiva riduzione che raggiunge una significanza statistica solo per il baseline (p<0.001) e per il follow-up 2 (p=0.03).

Al contrario il profilo pressorio nel primo follow-up non ha dimostrato significative differenze (p=0.27).

Conseguentemente,

considerando i 5 rilevamenti del profilo pressorio in accordo con il protocollo impostato nello studio (baseline vs follow-up-1) si è potuto dimostrare una riduzione significativa della pressione oculare (p<0.001).

Infine nessuna significativa differenza nella riduzione della pressione oculare è stata documentata fra il baseline e il follow-up 2 e tra follow-up 1 e follow-up 2.

Dai dati ottenuti si evince che la stimolazione con CMF ha determinato una variazione della pressione oculare molto significativa (p<0.001) nei trattati a 30 giorni dal termine del ciclo terapeutico,

mentre a 6 mesi dal trattamento, pur essendo la significatività meno rilevante (p<0.03), le variazioni tra i valori pre- e quelli post-trattamento suggeriscono il perdurare dell’effetto, anche se con un’attenuazione rispetto al primo follow-up.

Discussione

In letteratura scientifica esistono già alcuni dati sulle variazioni tonometriche indotte dai campi magnetici.

L’utilizzo di campi complessi ha permesso di evidenziare come utilizzando alcuni principi biofisici quale

  • l’effetto di Ionorisonanza Ciclotronica dello ione calcio
  • l’azione incrementante sull’espressione genica delle hsp,
  • aggiunto alla maggior tolleranza all’ipossia cellulare indotta,
  • la modificazione del Calcio intracellulare come signaling riparativo,

si possa determinare la variazione della funzione peculiare del flusso forzato idrico e protonico nell’occhio e l’attivazione dei sistemi riparativi molecolari e cellulari nelle patologie come il glaucoma ad angolo aperto.

I dati emersi da questo lavoro confermano che:

  • L’esposizione a campi magnetici multifrequenziali complessi induce variazioni biologiche negli organismi viventi;
  • L’effetto di una singola induzione è temporaneo, ma reiterate stimolazioni causano una variazione più duratura nell’organismo esposto a CMF;
  • Le variazioni dipendono da frequenza, intensità, morfologia di campo del CMF e dalla durata dell’esposizione;
  • L’effetto dell’esposizione ai CMF si esplica mediante la risposta all’induzione magneto-elettrica in rapporto alle caratteristiche magnetiche delle sub-strutture cellulari (specificità segnale-risposta);
  • Vi è assenza di effetti collaterali.

Conclusioni

In questo studio si è voluto verificare l’effetto dei CMF sulla pressione oculare, partendo dal presupposto che la causa dell’ipertono sia

  • l’alterazione della funzione delle Acquaporine (trasporto attivo di acqua attraverso le membrane cellulari in equilibrio intra-extracellulare, modulazione fisiologica in termini di diagramma di flusso)
  • nonché l’inefficienza delle Hsp 70 (riparatori molecolari – citoprotezione)
  • la sensibilità dei tessuti pericamerulari all’ipossia (citoprotezione) dall’eccesso di pressione.

La sequenza di codici magnetoelettrici è stata impostata a questo scopo, sfruttando anche la Ionorisonanza Ciclotronica del Ca++, il cui ruolo come secondo e terzo messaggero è ben noto in letteratura.

Il nostro intento era la dimostrazione che

  • modulando il flusso idrico/protonico cellulare, mediante l’attivazione dei sistemi di comunicazione intercellulare a breve e lungo raggio (effetto autocrino e paracrino),
  • incrementando la riparazione molecolare
  • e diminuendo la sensibilità all’ipossia tissutale,

si potesse modificare la pressione intraoculare e ridurre gli effetti degenerativi tissutali che ne derivano.

Dai dati emersi da questo studio appare evidente come nel gruppo dei trattati si è avuta una riduzione significativa della pressione oculare,

che si è mantenuta per un mese dal termine del ciclo di stimolazioni.

Nel gruppo dei pazienti trattati la riduzione pressoria si è mantenuta tale per tutta la durata dei rilevamenti tonometrici, ricalcando la morfologia della curva osservata nel pre-trattamento.

Gli effetti del trattamento, pur attenuandosi con il passare delle settimane, sono ancora statisticamente significativi a sei mesi dal trattamento.

Nessuno dei pazienti si è lamentato di effetti collaterali, o indesiderati, o tossicità.

Al contrario, nel periodo dell’esposizione ai CMF, hanno manifestato un miglioramento della sintomatologia indotta da tossicità dei conservanti dei colliri.

 

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Pubblicato da marcoverdinelli

Fin da ragazzo mi sono interessato di elettronica. Un'estate andai in vacanza in montagna - si, in estate preferisco il fresco dell'altezza... - con gli amici; c'era una piscina riempita con l'acqua del locale torrente. Gelida. In quell'occasione mi venne una dolorosissima tallonite, che mi impedì di avvicinarmi a quell'acqua per tutto il tempo. Vi lascio immaginare l'arrabbiatura... Ma qui entra in gioco l'elettronica. Prima di partire, avevo visto il progetto di un apparecchio elettromedicale sulla rivista Nuova Elettronica. Tornato a casa, alzai il telefono e ordinai il kit. Lo montai, feci 20 giorni di applicazioni, e... Da allora sono passati oltre trent'anni, e non ho mai più avuto talloniti! Fu l'inizio di un grande amore... E oggi ho finalmente trovato un'azienda che ha sviluppato la ricerca scientifica nel settore, e propone apparecchi di uso semplicissimo che hanno un'efficacia grandemente superiore.

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