Api in estinzione: un rischio reale

Api in estinzione, un rischio reale

Api in estinzione?

Le api, come è ben noto, sono assolutamente indispensabili per impollinare i fiori.

Senza le api – e altri insetti impollinatori – non potrebbe esistere del tutto l’agricoltura.

Oggi abbiamo degli studi che evidenziano il gravissimo rischio di perdere una gran parte, se non tutta, la popolazione di api.

Infatti i pesticidi neonicotinoidi – derivati dalla nicotina – rappresentano un gravissimo pericolo per la loro sussistenza.

Cito, da https://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/26805-pesticidi-neonicotinoidi-efsa

Questa volta a dirlo è l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con un nuovo rapporto.

Secondo l’Efsa, la maggior parte dei pesticidi neonicotinoidi sono pericolosi sia per le api selvatiche che per quelle mellifere.

In particolare, l’Autorità ha aggiornato le sue valutazioni del rischio di tre neonicotinoidi,

  • clothianidin,
  • imidacloprid e
  • thiamethoxam,

attualmente soggetti a restrizioni nell’UE proprio perché ritenuti una minaccia per le api.”

L’EFSA ha tratto le conclusioni dopo aver esaminato oltre 700 studi, nei quali

…l’esposizione delle api alle sostanze è stata valutata esaminando i residui nel polline d’api e nettare, la deriva della polvere durante la semina, l’applicazione dei semi trattati e il consumo di acqua.”

Appare evidente quindi che residui di sostanze tossiche ci siano anche nei prodotti dell’apicoltura, e quindi anche nel miele.

E le conclusioni sono estremamente chiare:

“Le prove sono schiaccianti.

I neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate”

Cos’altro aggiungere?

Usare questo tipo di prodotti in agricoltura è dannoso su tutta la linea:

infatti, per voler eliminare insetti dannosi, si finisce per danneggiare anche quelli impollinatori, indispensabili per le piante, e le piante stesse.

Inoltre si inquinano i prodotti delle api, in primis il miele, e si inquina anche l’ambiente.

Infatti quando le piogge dilavano le colture, i pesticidi vanno a finire nella falda acquifera.

A sostegno dell’uso di tali sostanze si dice che sono necessarie, altrimenti i raccolti finirebbero decimati dagli insetti parassiti.

Ma ci sono alternative.

Cito ancora:

“Un nuovo studio conferma che fiori come il fiordaliso o il coriandolo, ma anche l’aneto o il papavero, possono servire ad attrarre insetti che attaccano a loro volta gli afidi e i parassiti.

La Natura ha già tutte le soluzioni.”

Non vi sembra una strada di gran lunga preferibile?

Le api in estinzione sono un rischio gravissimo.

 

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